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La Regione Sardegna, come noto, ha competenza primaria in materia di pesca come sancito all’art. 3 dello Statuto regionale. Tale competenza ha carattere pieno ed esclusivo con i limiti dati dalle disposizioni costituzionali, dai principi dell’ordinamento giuridico dello stato e nel rispetto degli obblighi internazionali e comunitari.
E’ la legge con la quale è stata stabilita la proroga delle concessioni demaniali marittime a fini di pesca e acquacultura.
Istituzione del Comitato tecnico consultivo regionale per la pesca e l’acquacoltura. Abrogazione della legge regionale n. 14 del 1963 e successive modificazioni.
È la legge che sostituisce la precedente e che istituisce il Comitato Tecnico Consultivo Regionale per la Pesca con compiti di consulenza e di autonoma proposta verso gli organi regionali.
“Norme di attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna in materia di pesca e saline sul demanio marittimo e nel mare territoriale”.
Il provvedimento ha trasferito all’Amministrazione regionale della Sardegna le funzioni amministrative relativamente al demanio marittimo ed al mare territoriale, concernente in particolare la regolamentazione della pesca, le concessioni, la sorveglianza, i permessi concernenti.
In tal senso sono stati numerosi gli atti legislativi che a livello regionale hanno regolamentato la materia della pesca e dell’acquacoltura a partire dalla L.R. 28 novembre 1950 n. 65 “Provvidenze a favore della piccola industria cantieristica e peschereccia” che dettava gli indirizzi per la concessione di contributi al settore. La L.R. 7 marzo 1956 n. 37 “Disposizioni relative all’esercizio di funzioni in materia di pesca” che precisava le funzioni amministrative attribuite alla regione sarda.
Oltre a ciò la normativa regionale si è occupata di regolare il regime giuridico delle autorizzazioni per l’esercizio delle attività. In particolare la L.R. n. 39 del 2 marzo 1956 detta “Norme per l’abolizione dei diritti esclusivi perpetui di pesca e per disciplinare l’esercizio della pesca in Sardegna” con la quale aboliva tutti i diritti esclusivi di pesca sostituendoli con un regime di concessioni temporanee (non più di 29 anni) attribuibili, di preferenza, alle cooperative di pescatori.
È la legge che istituisce il Comitato Tecnico Consultivo Regionale per la Pesca con compiti di consulenza e di autonoma proposta verso gli organi regionali
Piano di gestione dell’anguilla (Regolamento CE 1100/2007 del 18 settembre 2007): modifiche al Decreto assessoriale n. 972/DecA/55 del 6 agosto 2013 e abrogazione Decreto assessoriale n. 2161/DecA/41 del 30 settembre 2019 – disposizioni relative a pesca, detenzione, trasporto e commercializzazione di esemplari di anguilla nelle acque interne della Sardegna e dell’uso dei bertavelli.
E’ la legge che apporta modifiche alla legge regionale 11 maggio 2015, n. 11 in materia di agriturismo, ittiturismo, pescaturismo, fattoria didattica e sociale.
Questo decreto regolamenta in termini di permessi e autorizzazioni, periodi, aree, attrezzi, taglie minime etc. l’attività di pesca; dimensioni dei pesci, molluschi e crostacei; disciplina della pesca del novellame, pesca del bianchetto e del rossetto, la pesca del corallo, la raccolta dei ricci e la pesca del novellame da consumo o da allevamento.
E’ la legge che disciplina, sebbene ad integrazione della L.R. 37/56 e in via transitoria, tutte le funzioni amministrative di competenza della Regione in materia di pesca e acquacoltura in acque marine, salmastre e dolci, ivi comprese la mitilicoltura e la molluschicoltura
Questo provvedimento suddivide il litorale e le acque marine territoriali antistanti il territorio della Sardegna per la parte soggetta alla giurisdizione della Regione, in cinque distretti: